giovedì 6 settembre 2012

Spirito Santo che risolvi tutti i problemi, che illumini tutte le strade affinchè io possa raggiungere il mio obiettivo, tu che mi hai concesso il dono divino di perdonare e dimenticare tutto il male ricevuto, e che in ogni istane mi sei accanto: in questa breve preghiera ti voglio ringraziare di tutto e confermarti ancora una volta che non vorrò mai essere separato da te, nonostante qualsiasi illusione materiale. Voglio essere con te nella gloria eterna. Grazie per la misericordia che mostri nei miei confronti e verso le persone a me care.
( Recitare per tre giorni di fila e il favore richiesto sarà ottenuto )

mercoledì 18 gennaio 2012


continua...Sorgerà a primavera, quando il giorno s'allunga, il portatore d'acqua. la furia rabbiosa dei venti sconvolgerà le acque tranquille del Mare in un vortice di flutti e la terra precipita su se stessa percossa dal tridente di Nettuno.
Ogni cosa è precipitata nell'abisso senza fondo del suo ventre. All'inizio e alla fine del mondo tutto fu acqua e tutto diverrà acqua. Infine l'uomo non produrrà più ombra ed il Sole raggiungerà il tetto eccelso del firmamento. Solo questo luogo verrà preservato, un'isoletta che dagli antichi è detta per nome Ortigia, terra promessa a voi, guerrieri eletti.
Solo i preferiti dal fato vivranno in eterno....

domenica 15 gennaio 2012

SALOMON TRISMOSIN


Si legge nello "Splendor Solis" di Trismosin : " ...Nella nostra ultima età del ferro il mondo intero deve essere ritenuto morto e condannato, il tempo della gloria terrena s'avvolge al triste fine. Già si compie l'oracolo: tremate! Presto si vedrà il segno di un astro nel cielo, che di rauco boato empie la terra. La fiamma della folgore inestinguibile, arma del grande Zeus, pioverà giù dal cielo addosso a chi ha peccato contro un Dio benevolo ed i sepolcri saranno chiusi in un luogo d'ombra con l'altezza di tre unità: lì, staccatasi dall'etere, una stella cadrà sulla terra lasciando il segno. E' il principio di un mondo migliore, questa la prova del fuoco..."

venerdì 15 aprile 2011

VIVIAMO IN UN GIOCO DI SPECCHI?


La segreta geometria del cosmo I contenuti :
Che forma ha il nostro Universo? E' finito o infinito? E' destinato a durare in eterno o anch'esso un giorno morirà? E di quale materia è composto? Combinando il rigore dell'uomo di scienza con il gusto del letterato, Jean-Pierre Luminet, astrofisico di fama internazionale, ci guida nei territori della fisica dell'immensamente grande e dell'immensamente piccolo, ma anche della storia delle idee, della filosofia e persino dell'arte, alla ricerca delle chiavi che permettano di decifrare l'ordine spazio-temporale del cosmo. Più che dei corpi e degli eventi del cosmo, qui si parla della sua struttura, cioè delle forme dello spazio e del tempo e della loro relazione con la presenza di materia ed energia. Si tratta di un libro di geometria celeste, splendidamente concepito e confezionato, che culmina con l’illustrazione di un particolare modello dodecaedrico, della struttura dello spazio-tempo proposto molto di recente dall’autore. Secondo questo modello, attraverso un magico gioco di specchi, la struttura «a pallone da calcio» dello spazio-tempo ci farebbe apparire l’universo più grande di quanto sia in realtà.
Contrordine: l'universo è una stanza degli specchi
Non è vero che lo spazio è infinito. L'universo è una stanza degli specchi, viviamo immersi in una illusione ottica che ce lo fa sembrare 120 volte più grande di quanto non sia in realtà. Altro che infinito! Il cosmo è ben delimitato ed ha la forma di un pallone da calcio. Detto scientificamente con più eleganza, ha la geometria dello spazio dodecaedrico di Poincaré.
L'intuizione è dell'astrofisico francese Jean-Pierre Luminet, 55 anni anni, direttore di ricerca al Cnrs e membro del Laboratorio di cosmologia dell'Osservatorio di Paris-Meudon.
«Il destino dell'universo» è invece il titolo del suo ultimo libro, appena pubblicato dall'editore Fayard. Quasi 600 pagine che passano in rassegna tutte le varie teorie cosmologiche e affrontano l'enigma dell'energia oscura, una quintessenza invisibile che sembra costituire i due terzi della massa complessiva dell'universo, contro il misero 5 per cento della materia che riusciamo a osservare.Cerchiamo di capire com'è che l'universo si è così rimpicciolito partendo da un paragone semplice. La Terra ci sembra piatta, ma sappiamo bene che è sferica: semplicemente la sua curvatura è troppo grande perché noi possiamo percepirla. In modo analogo, la luce che ci arriva dalle galassie più lontane sembra viaggiare in linea retta. Ma la relatività generale di Einstein ci dice che la gravità incurva lo spazio: la luce, attraversandolo, è costretta a seguirne la curvatura così come noi passeggiando seguiamo la sfericità della Terra. Le masse di materia sparse nell'universo, «spiegazzano» lo spazio, creando immagini fantasma. In questo miraggio cosmico ogni singola galassia può generare una cinquantina di proprie immagini fantasma, indistinguibili da quella vera.
«Pensiamo - spiega Luminet - a una stanza tappezzata di specchi sulle sue sei pareti, pavimento e soffitto compresi. Se vi entriamo, il gioco delle riflessioni multiple ci dà l'impressione dell'infinito in tutte le direzioni, come se fossimo sospesi su un pozzo senza fondo. La curvatura dello spazio prodotta da oggetti massicci come galassie o buchi neri moltiplica le immagini delle sorgenti luminose. E'l'effetto «lente gravitazionale», anch'esso previsto da Einstein. Oggi conosciamo un gran numero di queste lenti dovute alla curvatura locale. Ma l'intero universo potrebbe funzionare come un cristallo che invia immagini fantasma in tutte le direzioni dello spazio e in tutte le direzioni del tempo passato. Questo miraggio globale ci consentirebbe di vedere le galassie non solo in ogni loro possibile orientamento, ma anche in tutte le fasi della loro evoluzione».
L'idea dell'universo simile alle stanze degli specchi dei vecchi Luna Park venne a Luminet nella primavera del 2003 mentre zappava nel giardino della sua casa di campagna meditando sui dati trasmessi dal satellite W-Map, messo in orbita dalla Nasa per misurare con più precisione il calore residuo del Big Bang. Sei mesi dopo quell'idea conquistava la copertina della rivista «Nature».
Dunque l'universo è finito e molto più piccolo di quanto pensavamo? Il satellite europeo «Planck», lanciato nel 2007, potrebbe darci la risposta perché misurerà la densità cosmica con una precisione migliore dell'uno per cento. Se il rapporto tra la densità dell'universo e la densità critica necessaria per fermare l'espansione è uguale a 1, l'universo è piatto e la sua geometria è euclidea. Ma se risultasse superiore a 1,01, avremmo una prova a favore dello spazio dodecaedrico di Poincaré. Il destino del cosmo si gioca su miserabili cifre decimali. Il bello, e il diavolo, si nascondono nei dettagli.
Tratto dal libro:
Gioco di specchi
Si è soliti pensare che la fisica acceda soltanto a un’infima parte del reale. Per quanto concerne la cosmologia, quando si considera l’Universo, si potrebbe ritenere che l’universo osservabile – quello che è a portata della nostra vista o dei nostri telescopi – non sia che una piccola parte dell’Universo reale. [...]
Chiunque visiti la Galleria degli Specchi a Versailles o le più modeste case degli specchi dei Luna Park è catturato dal gioco delle riflessioni.
Ognuno si meraviglia dell’illusione ottica prodotta dalle immagini speculari, simili a fantasmi. Gli specchi non fanno che riflettere le immagini; racchiudono, però, anche alcuni segreti dell’infinito. Ciascuno di noi sa che una stanza le cui pareti siano ricoperte di specchi dà l’illusione d’essere più grande. Collochiamoci tra due specchi paralleli – accade spesso dal parrucchiere. Ci vediamo alternativamente di fronte e di dietro, e così via, quasi all’infinito. Quasi, giacché nella pratica l’infinito non si raggiunge: il minimo difetto di parallelismo tra gli specchi trasforma il sistema in un grande caleidoscopio.
Un caleidoscopio è un cilindro all’interno del quale si trova un gioco di piccoli specchi disposti secondo determinati angoli, che producono combinazioni multiple di immagini. Dal parrucchiere l’imperfezione del parallelismo distribuisce le immagini speculari lungo un cerchio, finché esse non finiscono per scomparire dallo specchio dopo un certo numero di riflessioni.
Immaginiamo ora una stanza le cui quattro pareti verticali siano tappezzate di specchi, e collochiamoci all’interno, non importa dove: ne risulta un effetto caleidoscopico rispetto all’angolo più vicino; inoltre, le riflessioni ripetute di ciascuna coppia di specchi opposti riproducono senza sosta l’effetto, creando l’illusione di un reticolo infinito che si estende in un piano.
Questa pavimentazione di un piano infinito con motivi che si ripetono ha nome, in matematica, di tassellazione (tassello è un pezzo del mosaico). Infine, consideriamo una stanza tappezzata di specchi su tutte le sei pareti (soffitto e pavimento inclusi). Se vi entriamo, il gioco delle riflessioni multiple fa sì che abbiamo immediatamente l’impressione di vedere l’infinito in tutte le direzioni, quasi fossimo sospesi in cima a un pozzo senza fondo, pronti a esserne ingoiati, al minimo movimento, in una direzione o nell’altra. Lo spazio cosmico, apparentemente gigantesco, potrebbe cullarci in un’illusione analoga. Ovviamente, non possiede né pareti né specchi, e le immagini fantasma sarebbero create qui non dalla riflessione della luce sulle pareti dell’Universo, ma dalla moltiplicazione delle traiettorie luminose dovuta alle pieghe di uno spazio chiffonné, “spiegazzato”.

Due libri illuminanti...

martedì 29 marzo 2011

TORNANDO AL SIMBOLISMO DELLA SCALA...


Da quando tu venisti in questo mondo d’esseri
davanti ti fu messa, a salvarti, una scala.
Fosti dapprima sasso, poi divenisti pianta,
e ancora poi animale: come ciò t’è nascosto?
Poi divenisti Uomo con scienza, mente, e fede:
guarda come ora è un Tutto quel corpo, già Parte di terra!
E, trascorso oltre l’uomo, diverrai Angelo certo,
oltre questa terra, dopo: il tuo luogo è nei cieli.
E passa ancora oltre l’Angelo e in quel Mare ti immergi:
così tu, goccia, sarai mare immenso ed Oceano. (Evoluzione, in Poesie mistiche).
Jalâl al-Dîn Rûmî

sabato 12 marzo 2011

Terremoto in Giappone


A pagina n. 11 di Repubblica del 12 marzo 2011 a firma di Federico Rampini si legge: " questo tragico evento è un altro cigno nero uno di quegli eventi che gli statistici definiscono a bassissima probabilità..."
Mala tempora currunt...

martedì 1 marzo 2011

IL CIGNO NERO




"Un Cigno nero è un evento altamente improbabile con tre caratteristiche fondamentali.
Primo: è isolato e imprevedibile.
Secondo: ha un impatto enorme.
Terzo: la nostra natura ci spinge ad architettare a posteriori giustificazioni della sua comparsa, per renderlo meno casuale di quanto non sia in realtà.
Il successo di Google è un Cigno nero, l’ascesa di Hitler e l’11 settembre sono Cigni neri. E lo sono anche la nascita delle religioni, le guerre o i crolli delle borse, e alcuni avvenimenti che scandiscono la nostra esistenza: l’amore è un Cigno nero. Nassim Nicholas Taleb è convinto che un piccolo numero di Cigni neri sia alla radice di ogni sconvolgimento della storia e sia in grado di spiegare quasi tutto il nostro mondo. Perché allora ci accorgiamo di questi fenomeni solo quando sono già avvenuti? Per natura, tendiamo ad apprendere dall’esperienza e dalla ripetizione, siamo ipnotizzati dal particolare e perdiamo di vista l’universale. Ci concentriamo sulle cose che già sappiamo mentre trascuriamo sistematicamente quello che non conosciamo. Questo ci rende inadatti a sfruttare le opportunità, a cogliere l’attimo: cediamo all’impulso di semplificare, raccontare, categorizzare e soprattutto all’istinto di imboccare sentieri già battuti, e così facendo penalizziamo noi stessi e i rari individui capaci di pensare «l’impossibile». Scanzonato, estremamente ambizioso e provocatorio, Il Cigno nero ci spiega perché dobbiamo sbarazzarci di tutto quello che abbiamo imparato finora e abbracciare la «pratica dell’incertezza ». Taleb spazia dalle scienze cognitive all’economia, dal mondo degli affari alla teoria della probabilità, e ci regala piccoli ma efficacissimi trucchi su come sfruttare a nostro favore le circostanze create dal verificarsi dell’altamente improbabile. Tuttavia, come precisa l’autore, Il Cigno nero non è un libro teorico né accademico. È un libro «dal lunedì al venerdì», è una guida pratica a un mondo, il nostro, che non cammina ma salta. Anche questo libro, sorprendente bestseller negli Stati Uniti, è un Cigno nero."
Ci si potrebbe interrogare su cosa assimili i frattali a questa teoria ....
Di fatto le teorie più estreme sono quelle che più si adattano a tempi estremi.
E che questi siano tempi estremi è sotto gli occhi di tutti.
Da notare la piccola coincidenza che in questi giorni nelle sale cinematografiche è poi uscito un film che porta questo titolo, un ulteriore segno che l'imprevedibile ci aspetta dietro l'angolo?