martedì 29 marzo 2011

TORNANDO AL SIMBOLISMO DELLA SCALA...


Da quando tu venisti in questo mondo d’esseri
davanti ti fu messa, a salvarti, una scala.
Fosti dapprima sasso, poi divenisti pianta,
e ancora poi animale: come ciò t’è nascosto?
Poi divenisti Uomo con scienza, mente, e fede:
guarda come ora è un Tutto quel corpo, già Parte di terra!
E, trascorso oltre l’uomo, diverrai Angelo certo,
oltre questa terra, dopo: il tuo luogo è nei cieli.
E passa ancora oltre l’Angelo e in quel Mare ti immergi:
così tu, goccia, sarai mare immenso ed Oceano. (Evoluzione, in Poesie mistiche).
Jalâl al-Dîn Rûmî

sabato 12 marzo 2011

Terremoto in Giappone


A pagina n. 11 di Repubblica del 12 marzo 2011 a firma di Federico Rampini si legge: " questo tragico evento è un altro cigno nero uno di quegli eventi che gli statistici definiscono a bassissima probabilità..."
Mala tempora currunt...

martedì 1 marzo 2011

IL CIGNO NERO




"Un Cigno nero è un evento altamente improbabile con tre caratteristiche fondamentali.
Primo: è isolato e imprevedibile.
Secondo: ha un impatto enorme.
Terzo: la nostra natura ci spinge ad architettare a posteriori giustificazioni della sua comparsa, per renderlo meno casuale di quanto non sia in realtà.
Il successo di Google è un Cigno nero, l’ascesa di Hitler e l’11 settembre sono Cigni neri. E lo sono anche la nascita delle religioni, le guerre o i crolli delle borse, e alcuni avvenimenti che scandiscono la nostra esistenza: l’amore è un Cigno nero. Nassim Nicholas Taleb è convinto che un piccolo numero di Cigni neri sia alla radice di ogni sconvolgimento della storia e sia in grado di spiegare quasi tutto il nostro mondo. Perché allora ci accorgiamo di questi fenomeni solo quando sono già avvenuti? Per natura, tendiamo ad apprendere dall’esperienza e dalla ripetizione, siamo ipnotizzati dal particolare e perdiamo di vista l’universale. Ci concentriamo sulle cose che già sappiamo mentre trascuriamo sistematicamente quello che non conosciamo. Questo ci rende inadatti a sfruttare le opportunità, a cogliere l’attimo: cediamo all’impulso di semplificare, raccontare, categorizzare e soprattutto all’istinto di imboccare sentieri già battuti, e così facendo penalizziamo noi stessi e i rari individui capaci di pensare «l’impossibile». Scanzonato, estremamente ambizioso e provocatorio, Il Cigno nero ci spiega perché dobbiamo sbarazzarci di tutto quello che abbiamo imparato finora e abbracciare la «pratica dell’incertezza ». Taleb spazia dalle scienze cognitive all’economia, dal mondo degli affari alla teoria della probabilità, e ci regala piccoli ma efficacissimi trucchi su come sfruttare a nostro favore le circostanze create dal verificarsi dell’altamente improbabile. Tuttavia, come precisa l’autore, Il Cigno nero non è un libro teorico né accademico. È un libro «dal lunedì al venerdì», è una guida pratica a un mondo, il nostro, che non cammina ma salta. Anche questo libro, sorprendente bestseller negli Stati Uniti, è un Cigno nero."
Ci si potrebbe interrogare su cosa assimili i frattali a questa teoria ....
Di fatto le teorie più estreme sono quelle che più si adattano a tempi estremi.
E che questi siano tempi estremi è sotto gli occhi di tutti.
Da notare la piccola coincidenza che in questi giorni nelle sale cinematografiche è poi uscito un film che porta questo titolo, un ulteriore segno che l'imprevedibile ci aspetta dietro l'angolo?