sabato 22 maggio 2010

LA SACRA TETRAKTIS




Pitagora ci ha lasciato ad interrogarci sulla Tetraktys " i dieci punti che formano il disegno geometrico che regge la struttura dell’Universo " .
Dieci punti così semplici ed affascinanti insieme.
Un simbolo che è stato oggetto di molteplici interpretazioni non essendo rimasto alcuno scritto del maestro e anche perchè nella scuola di Crotone certe conoscenze si trasmettevano " da bocca ad orecchio ". Quella che segue è una delle interpretazioni, quella che preferisco.
I dieci punti hanno come principio il numero UNO °, che si riflette per conoscersi nel numero DUE °°, questi poi si riconoscono inseparabili dall'UNO, perciò sono TRE °°°, che è il minimo necessario per costruire la forma nel piano.
Poi il TRE si fa QUATTRO che è il minimo necessario per avere la forma nello spazio.
Triangolo equilatero e quadrato si possono estendere nello spazio all'infinito in quella forma - unica - che ha al centro e origine due triangoli equilateri incrociati a forma di stella a sei punte.
Curiosamente gli Antichi rappresentavano i numeri 3 e 4 direttamente con i rispettivi simboli geometrici: triangolo e quadrato.
Un esempio noto per chiarire meglio è quello dell'osservatore che dallo spazio guardasse la sfera terrestre.
Questa sarà sempre da una parte illuminata dalla luce del Sole, 1, (giorno) e sempre al Buio, 2, (notte). Ma la Terra ruota sempre su se stessa e giorno e notte sono tutt'uno, che inizia dove l'altro finisce. Si possono distinguere tuttavia fra giorno e notte una zona di penombra, 3, che è uguale dai due lati. La penombra, a sua volta, è distinta in alba e tramonto, a seconda del fatto che la luce aumenti o diminuisca.
Alba, giorno, tramonto e notte, 4!
Ma tutte queste fasi esistono realmente?
In realtà c'è solo la luce del Sole, 1, o la sua mancanza!
Per questo si può dire: 4= 1+2+3+4 = 10 = 1+0 = 1.
Così in alto, come in basso...